SPADAVECCHIA MATTIA

Il nostro orgoglio.

tratto da  Molfettalive
di Monica Marino

La storia di Mattia: da Molfetta ai ristoranti stellati all’estero

Mattia Spadavecchia, classe 2001, è un ragazzo di 24 anni, che sin da piccolo ha coltivato la passione per la cucina e la pasticceria, arrivando a lavorare in noti ristoranti, premiati con stelle Michelin.

“La passione per la cucina e la pasticceria è nata da piccolino, intorno ai 4-5 anni. Ci tengo a sottolineare che non sono stato spinto da nessuno a fare questo lavoro, né tantomeno ho avuto l’esempio di qualcuno in famiglia, ho coltivato autonomamente la passione per la cucina” racconta Mattia.

Consegue gli studi presso l’istituto Alberghiero di Molfetta, consapevole che una volta terminato il ciclo di studi, si riesce subito a trovare lavoro, nonostante le difficoltà e le condizioni non sempre ottimali legate al settore gastronomico. Finita la scuola realizza esperienze che lo portano a lavorare nel 2019 in Lombardia, da Felix Lo Basso per un’intera stagione, per poi spostarsi in Toscana da Vincenzo di Natale e successivamente tornare in Puglia ad Ostuni, presso il ristorante Cielo, 1 stella Michelin.Dopo qualche anno, la voglia di partire all’estero per provare nuove esperienze culinarie lo spinge fino in Danimarca, a Copenaghen, dove inizia a lavorare in delle Bakery.“La scelta della Danimarca è dovuta al fatto che è una delle città europee più affermate in questo momento a livello culinario, infatti 3-4 ristoranti a CPH sono tra i migliori al mondo” sottolinea Mattia.Poi arriva la grande aspirazione, che dopo qualche sforzo riesce a realizzare: lavorare da Alchemist, uno dei migliori ristoranti al mondo, situato proprio a Copenaghen.
“Il percorso con Alchemist è iniziato circa 2 anni fa” continua “volevo entrare a far parte del team e conoscere uno dei ristoranti più stravaganti del mondo, così ho ritentato e quest’anno sono riuscito ad entrare” spiega Mattia.

“Questo ristorante è un posto che non si può raccontare, bisogna entrare per vedere con i propri occhi cosa succede: si mangiano farfalle, meduse, formiche, pietanze non ancora presenti nella nostra alimentazione, presentate in modo impeccabile” prosegue “C’è un regime molto rigido, pertanto nulla è lasciato al caso: organizzazione, pulizia e precisione sono alla base di questo posto e ciò spiega il perché è stato eletto quinto miglior ristorante al mondo e uno dei migliori in Europa” racconta entusiasta.Mattia però, oltre a descrivere questa esperienza come unica e irripetibile, evidenzia anche il modus operandi non conferme alla sua idea.“Alchemist non è un progetto sostenibile che mi rappresenta, in quanto c’è molto spreco alimentare e non dà la possibilità di esprimersi al meglio, inoltre si è subordinati all’idea e al concept di qualcun altro, indubbiamente competente e rispettabile” chiarisce.Per ciò che concerne i mesi a seguire, ha intenzione di scendere a Molfetta, per novembre e dicembre, così da dedicarsi alla creazione autonoma di panettoni, per poi risalire nuovamente a gennaio a Copenaghen.

“Come progetti futuri, da qui a un paio d’anni, lavorativamente parlando vorrei essere libero ed indipendente, gestendo una piccola bakery pasticceria tutta mia” conclude.La storia di un ragazzo molfettese pieno di talento, con tanti sogni nel cassetto ancora da realizzare, che si è saputo mettere in gioco sin da subito, mostrando anche ai migliori chef, il suo talento culinario e la sua ambizione.

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